Si fa presto a dire: Impatto Sociale

Si fa presto a dire: Impatto Sociale

Impatto Sociale: sarà un crescendo rossiniano!

Nulla sarà più come prima: sembra ormai consolidato il fatto che ogni progetto sociale e, speriamo, ogni "intervento di politica sociale" sarà necessariamente correlato da una Misurazione di Impatto. Lo si percepisce negli interventi pubblici degli operatori sociali più illuminati, lo si intravede nelle pieghe dei Piani di zona, ci si pone il problema delle scale di valutazione. Quindi finalmente ci siamo.

Ma è una moda o il tema ha, infine, suscitato un reale aumento di interesse?

Sarà dovuto agli strascichi della crisi finanziaria e alla conseguente volontà di sponsor e investitori (pubblici o privati) di concentrare le risorse rimaste su iniziative importanti. Sarà la diminuzione della capacità di spesa per interventi “random” o sarà una consapevolezza maturata pian piano, ma di fronte alla programmazione di un intervento sociale, ci si comincia a chiedere quanto impatterà sul quotidiano di chi ci sta intorno.

Inoltre, fatto ancora più importante, viene riconosciuto che più è precisa la misurazione dell’impatto, più si consente al fornitore del servizio di puntare a una maggiore efficacia nell’erogazione e di concentrare meglio i propri sforzi per soddisfare le esigenze di chi ha “bisogni speciali”.

Ed è proprio su questi “bisogni speciali” che finanziatori e investitori, ciascuno di loro propria iniziativa e spinti dalla miscela “etica ed economica”, sono sempre più incoraggiati a chiedere cuna misurazione che:

·     derivi dai servizi misurabili;

·     uniforme, ove possibile, per evitare contraddittori in materia di misurazione e favorire la comparabilità;

·     unica e, se possibile articolate, anziché plurima del medesimo intervento;

·     sia funzionale, prima di tutto al miglioramento del servizio;

·     sia funzionale a servizi futuri che rispondano più efficacemente “bisogni speciali” ed estenda la sua qualità e portata.

Quindi non una moda ma una speranza: che si sviluppi la tendenza di incoraggiare “chi paga”, siano essi investitori o finanziatori del settore pubblico, a uniformare e coordinare le loro procedure con quelle dei soggetti coinvolti nell’erogazione del servizio, in modo che la misurazione dell’impatto possa rispondere efficacemente alle esigenze di tutti.

Il futuro migliorerà l’attuale serie di approcci per misurare l’impatto sociale. Lo sviluppo delle competenze consentirà di promuovere nuovi e particolari tipi di indicatori, anche se, vista l’articolazione degli attori,  sarà faticoso dire di aver raggiunto un livello di «standard di riferimento» condiviso.

Oggi la diversità di necessità sociali, di interventi, di scala e l’interesse dei soggetti attratti richiedono informazioni e una presentazione davvero diversa per poter anche solo pensare ad omogenizzare i risultati. Per ora si fatica a pensare che gli impatti sociali possano essere sintetizzati in un’unica misura capace di offrire confronti equi e oggettivi tra diversi tipi di imprese e diversi tipi di impatto sociale.

Ma resta fondamentale il “crescendo rossiniano”: la convergenza di base tra i diversi approcci riguardanti le principali fasi del processo stanno costituendo la base per ogni misurazione dell’impatto sociale.

Queste fasi implicano, l’individuazione dell’impatto sociale desiderato, nonché lo sviluppo di una «teoria del cambiamento» per l’impatto sociale. E ancora la ricerca di una procedura precisa e trasparente per la misurazione e la rendicontazione di input, esiti, risultati e per valutare quindi l’impatto effettivamente conseguito, seguito da una fase di «apprendimento» per migliorare gli impatti e rifinire il processo.

Sono ottimi inizi.


Cooperativa Sociale dal 2018