Perché il PNRR, sui temi della disabilità è "politicamente scorretto".
Perché mette come obiettivo l'Innovazione, cosa che nel "sociale" ...
PNRR
Possiamo affermare, anche evitando di entrare in tecnicismi, che i programmi e i conseguenti progetti proposti dal PNRR per le categorie fragili, sono molto innovativi. E politicamente scorretti. Almeno per due ragioni.
Pilastri del PNRR sociale
1) il grande comparto degli interventi sociali previsti dal PNRR è sorretto da tre (soli) pilastri: Anziani, Disabili e Marginalità sociale. All'interno di questi comparti, inoltre, sono stati individuati assi di intervento molto precisi.
E già questo lavorare su obiettivi definiti, va considerato come un passo avanti nell'innovazione: si convogliano le risorse su pochi e definiti "destinatari" in un quadro dove, spesso, il "politicamente corretto" cerca di non scontentare nessuno, facendo scelte vaghe e generiche.
E ad esempio, nel quadro delle indicazioni di obiettivi precisi e definiti, affrontando il comparto della "disabilità" il PNNR ha imposto un tema solo: l'inclusione sociale declinata nell'autonomia personale.
Quindi il PNRR affronta e "mette risorse" per uno solo degli innumerevoli e sacrosanti bisogni delle persone disabili. Qui sta l'innovazione (e il politicamente scorretto).
Poteva fare un "calderone" inserendo tutto lo scibile, cercando di tappare i buchi e rispondendo alle domande che, peraltro, dovrebbero avere già canali di risposta.
Ma si sarebbero disperse le risorse in innumerevoli rivoli, senza incidere profondamente su nessuna voce specifica.
PNRR e Innovazione sociale
2) la seconda ragione che ci consente di guardare con interesse il PNRR è il tema dello stimolo all'innovazione e alla spinta a coniugare sociale e tecnologie emergenti e digitali.
Se compariamo l'innovazione introdotta negli ultimi decenni nei settori portanti dell'organizzazione politico-industriale italiana (ad esempio: sanità, industria, logistica, comunicazione, distribuzione, ecc.) il comparto "sociale" è decisamente il più statico. Anzi "granitico".
Potremmo definire l'introduzione delle "badanti" come l'ultimo e significativo momento "alto" dell'innovazione sociale (certamente l'unico che ha inciso, migliorandoli, i servizi "alla persona" e sgravando caregiver e famiglie di compiti di assistenza domestica).
Sull'innovazione il PNRR introduce il tema della vita autonoma in una logica di accompagnamento e sviluppo di tutte le componenti che la rendono possibile.
E lo fa con i fatti: mettendo a disposizione risorse per sperimentare, formare, organizzare, mettere a sistema e stimolare alle sostenibilità futura.
Non sprechiamo l'occasione
Il punto è questo: le organizzazione che si occupano di servizi sociali, in tutte le loro forme, devono evitare di "fare finta" di innovare utilizzando le risorse per gestire e tenere in vita servizi superati e desueti.
PNRR
Possiamo affermare, anche evitando di entrare in tecnicismi, che i programmi e i conseguenti progetti proposti dal PNRR per le categorie fragili, sono molto innovativi. E politicamente scorretti. Almeno per due ragioni.
Pilastri del PNRR sociale
1) il grande comparto degli interventi sociali previsti dal PNRR è sorretto da tre (soli) pilastri: Anziani, Disabili e Marginalità sociale. All'interno di questi comparti, inoltre, sono stati individuati assi di intervento molto precisi.
E già questo lavorare su obiettivi definiti, va considerato come un passo avanti nell'innovazione: si convogliano le risorse su pochi e definiti "destinatari" in un quadro dove, spesso, il "politicamente corretto" cerca di non scontentare nessuno, facendo scelte vaghe e generiche.
E ad esempio, nel quadro delle indicazioni di obiettivi precisi e definiti, affrontando il comparto della "disabilità" il PNNR ha imposto un tema solo: l'inclusione sociale declinata nell'autonomia personale.
Quindi il PNRR affronta e "mette risorse" per uno solo degli innumerevoli e sacrosanti bisogni delle persone disabili. Qui sta l'innovazione (e il politicamente scorretto).
Poteva fare un "calderone" inserendo tutto lo scibile, cercando di tappare i buchi e rispondendo alle domande che, peraltro, dovrebbero avere già canali di risposta.
Ma si sarebbero disperse le risorse in innumerevoli rivoli, senza incidere profondamente su nessuna voce specifica.
PNRR e Innovazione sociale
2) la seconda ragione che ci consente di guardare con interesse il PNRR è il tema dello stimolo all'innovazione e alla spinta a coniugare sociale e tecnologie emergenti e digitali.
Se compariamo l'innovazione introdotta negli ultimi decenni nei settori portanti dell'organizzazione politico-industriale italiana (ad esempio: sanità, industria, logistica, comunicazione, distribuzione, ecc.) il comparto "sociale" è decisamente il più statico. Anzi "granitico".
Potremmo definire l'introduzione delle "badanti" come l'ultimo e significativo momento "alto" dell'innovazione sociale (certamente l'unico che ha inciso, migliorandoli, i servizi "alla persona" e sgravando caregiver e famiglie di compiti di assistenza domestica).
Sull'innovazione il PNRR introduce il tema della vita autonoma in una logica di accompagnamento e sviluppo di tutte le componenti che la rendono possibile.
E lo fa con i fatti: mettendo a disposizione risorse per sperimentare, formare, organizzare, mettere a sistema e stimolare alle sostenibilità futura.
Non sprechiamo l'occasione
Il punto è questo: le organizzazione che si occupano di servizi sociali, in tutte le loro forme, devono evitare di "fare finta" di innovare utilizzando le risorse per gestire e tenere in vita servizi superati e desueti.